emicranica con aura

L’emicrania, come è ben noto, è una forma di mal di testa caratterizzata da un dolore molto intenso che coinvolge, come dice il nome stesso, una metà della testa. L’intensità di questo dolore è solitamente estremamente elevata e invalidante, di tipo più frequentemente pulsante o trafittivo. Il soggetto colpito da un attacco emicranico tende ad isolarsi da tutto e tutti, rimanendo al buio, a letto, in silenzio.

Non di rado, il mal di testa è preceduto, seguito o accompagnato da sintomi accessori di tipo vegetativo, come nausea, mal di stomaco, vomito, sudorazione, pallore, inappetenza, irritabilità, disturbi intestinali. Se non trattato, l’attacco può durare da 4-5 sino a 72 ore.

Una particolare variante di emicrania è quella definita “con aura”. L’aura è un termine medico che sta ad indicare un corollario di sintomi che anticipa e in qualche modo preannuncia un determinato disturbi. Tipica, ad esempio, è la particolare sensazione a livello addominali che percepiscono alcuni pazienti epilettici prima di un attacco. Nel caso dell’emicrania, l’aura anticipa di circa 30 minuti l’insorgenza del dolore vero e proprio: questi sintomi sono solitamente espressione di un deficit neurologico focale che può interessare svariati distretti. La forma di gran lunga più frequente, comunque, è l’aura visiva.

Che cos’è l’aura visiva?

Questa forma di aura è caratterizzata da un deficit delle funzioni visive. Soggettivamente, il soggetto percepisce la comparsa di una macchia dall’aspetto scintillante che coinvolge la porzione centrale del campo visivo (scotoma centrale): questa macchia impedisce di vedere correttamente i volti delle persone, le auto in avvicinamento o, più semplicemente, le scritte sullo smartphone o su di un libro. Questa macchia, nell’arco di 20-30 minuti si allarga sino a coinvolgere le porzioni periferiche del campo visivo. Il soggetto colpito, soprattutto nel corso dei primi episodi, è solitamente molto agitato e preoccupato per questi cambiamenti inspiegabili. In altri casi, l’aura visiva comincia perifericamente, con linee distorte a zig-zag, variamente colorate e scintillanti, che progressivamente invadono il rimanente campo visivo. Il disturbo, alla fine, se ne va rapidamente così come è venuto: nel momento in cui si pensa che il peggio è passato, comincia il forte mal di testa vero e proprio.

Raramente l’aura visiva può avere caratteristiche di atipia in termini di durata (ovvero può andare avanti per decine di minuti od ore), frequenza (insorgere più volte al giorno) o rapporto temporale con il mal di testa (l’aura non viene seguita da emicrania: la cosiddetta aura sine emicrania).

L’aura atipica

Più raro, come detto, il coinvolgimento di altri distretti neurologici, come ad esempio il sistema somatosensoriale, le aree del linguaggio e della comprensione verbale e scritta, le aree associative visive, il sistema dell’equilibrio. Queste alterazioni daranno origine a uno o più sintomi tra i seguenti:

  • formicolii e strane sensazioni ad una metà del corpo
  • incapacità di muovere adeguatamente una metà del corpo
  • vertigini o sensazione di instabilità
  • deformazione degli oggetti (macropsia, o micropsia)
  • incapacità di produrre parole o di comprenderle

Data la sua breve durata (20-30 minuti), l’aura, di per sé, è scarsamente trattabile farmacologicamente. Qualsiasi farmaco assunto per bocca, infatti, impiega molto più tempo per poter essere assorbito e immesso in circolo. L’insorgenza dell’aura, tuttavia, può essere impiegata come “segnale” di un attacco doloroso imminente, cosa che permette la tempestiva assunzione di farmaci capaci di bloccare, sul nascere, l’attacco. I farmaci più frequentemente utilizzati nel caso di un attacco emicranico vero e proprio sono i cosiddetti triptani, ovvero farmaci che sono stati studiati e progettati per bloccare la cascata di eventi che, in ultima analisi, dà origine al dolore. Una loro precoce assunzione può evitare o ridurre al minimo la durata dell’attacco.

Per ridurre al minimo gli episodi di aura, è possibile intraprendere una vera e propria profilassi (solitamente con farmaci anticonvulsivanti) che riducono l’eccitabilità neuronale e limitano il numero di episodi mensili: in molti casi i soggetti riescono a ritrovare uno stato di pieno benessere. In caso di aura, inoltre, è opportuno rivolgersi ad uno specialista in neurologia con esperienza in mal di testa ed emicrania per porte intraprendere un adeguato percorso diagnostico e terapeutico. In alcuni casi, l’aura emicranica si associa a difetti del setto interatriale (forame ovale pervio), ed è fondamentale escludere la presenza di disordini della coagulazione. Le pazienti che assumono preparati estroprogestinici possono trovare beneficio da una loro sospensione: in ogni caso è fondamentale consultarsi con il proprio specialista neurologo e ginecologo di riferimento.