Sigarette elettroniche e normativa

La sigaretta elettronica è probabilmente uno dei metodi più utilizzati per smettere di fumare, e forse è anche uno dei più efficaci. Nonostante questi presupposti però, non possiamo pretendere che chi ci sta vicino respiri il vapore emesso dal dispositivo. È opportuno sapere infatti, che quanto emesso dalla sigaretta non è semplice aria, ma aromi e liquidi per sigarette elettroniche che vengono portati ad evaporare.

Al loro interno tali liquidi contengono diversi aromi e frequentemente anche nicotina liquida. Proprio per questo motivo in seguito alla nascita delle sigarette elettroniche sono state emesse precise normative che determinano quali sono i luoghi in cui è possibile svapare. Vediamo insieme cosa dice la normativa italiana su dove si può fumare la sigaretta elettronica.

Sigarette elettroniche e normativa

Inizialmente la disinformazione in merito alle sigarette elettronica era tanta, e induceva i legislatori a paragonare questi dispositivi alle sigarette tradizionali. Essi però non consideravano il fatto che le sigarette elettroniche emettono vapore, mentre tutte le altre producono un fumo estremamente tossico per la salute. Fino al 2013 dunque, la legge equiparava le e-cig applicando le medesime norme del tabacco.

Per fortuna però l’errore è stato compreso, e il 23 ottobre 2013 è stato approvato l’emendamento 4.25 che depenna l’ultima sezione del comma 10 bis art.51 legge Sirchia. Nel dettaglio, si tratta proprio di quella sezione che applicava alle svapo le medesime norme ideate per la tutela della salute dei non fumatori legate al tabacco. Quel paragone però, non aveva molto senso.

Questo perché la combustione del tabacco è capace di produrre circa 4000 sostanze tossiche, e di queste almeno 400 sono cancerogene. Al contrario il vapore non produce tali sostanze, quindi respirarlo non ha sicuramente lo stesso effetto del tradizionale fumo passivo.

Dove si può fumare la sigaretta elettronica?

Per comprendere dove si può fumare la sigaretta elettronica nel nostro Paese, è sufficiente prendere in considerazione i luoghi dove non è possibile utilizzarla. Il divieto quindi, vige solo ed esclusivamente nei seguenti luoghi pubblici:

  • Ospedali
  • Centri di formazione professionale
  • Comunità di recupero istituzioni del sistema educativo
  • Istituti penali per minorenni
  • Centri per l’impiego

Questo significa che la sigaretta elettronica non può essere utilizzata ad esempio negli ospedali o nelle università perché la legge lo vieta. La norma però non comprende luoghi diversi come i ristoranti, i bar, i cinema, gli uffici e i mezzi di trasporto pubblico. In tali luoghi il divieto è semplicemente a discrezione degli esercenti o dei gestori.

Ciò significa che è possibile fumare la sigaretta elettronica fino al momento in cui non è presente un cartello che neghi il permesso. In linea di massima possiamo dire che solitamente sui mezzi pubblici si può trovare sia il cartello “Vietato fumare” che quello legato al divieto di svapare. Nel dettaglio, non è possibile fumare la sigaretta elettronica durante i viaggi in treno o sul bus.

Per quanto riguarda la nave è possibile usarla solamente nelle aree fumatori apposite, mentre sull’aereo invece, il discorso più severo. Questo perché le compagnie aeree applicano un divieto completo di svapo a bordo. In aggiunta è necessario disporre le batterie della e-cig nel bagaglio a mano, mentre i liquidi o nel bagaglio a mano o in stiva, in contenitori con una capienza massima di 100 ml.

Lo svapatore che utilizza la sigaretta elettronica in uno dei luoghi dove è vietato farlo, commette quindi un illecito amministrativo. Se segnalato, il soggetto può essere condannato a pagare una multa che nei casi estremi può arrivare a 550 euro. Nel dubbio, quando non si vede alcun segnale in merito a possibili divieti, il consiglio è sempre quello di domandare se è possibile svapare o meno, magari al personale di sala di un ristorante, che sarà capace di fornire indicazioni più precise ed evitare spiacevoli conseguenze dal punto di vista economico.